incontro con Elisabetta Boaretto e Gilberto Artioli
in collaborazione con Associazione Filosofia di Vita
prima assoluta
Lo studio dell’interazione tra l’uomo e l’ambiente è di natura interdisciplinare: inizia dallo scavo archeologico e continua in laboratorio attraverso analisi che puntano alla ricostruzione dell’ambiente naturale basandosi sull’identificazione delle piante, ma non solo. Gli isotopi del carbonio misurati nei resti botanici carbonizzati forniscono un’ulteriore informazione sul clima e aiutano a sincronizzare i cambiamenti culturali/tecnologici e i cambiamenti climatici.
A guidarci in questo percorso, durante il quale saranno presentati studi sul mandorlo e sull’ulivo nell’area mediterranea, saranno due personalità di spicco del mondo accademico e scientifico:
Prof.ssa Elisabetta Boaretto, laureata all’Università degli Studi di Padova in fisica nucleare, ha conseguito il PhD in fisica all’Università di Gerusalemme. Dopo il post-doc presso il Dipartimento di fisica e astronomia all’Università di Aarhus (Danimarca), è direttore del Dangoor Research Accelerator Mass Spectrometer per la ricerca con il radiocarbonio all’Istituto Weizmann per la Scienza. Professoressa di Scienze Archeologiche e Direttrice del Kimmel Center for Archaeological Science, ha iniziato un programma di ricerca che coinvolge lo studio di materiali archeologici per datazioni, paleoclima, portando sullo scavo archeologico il laboratorio analitico. Autrice di più di 250 articoli pubblicati su riviste scientifiche internazionali, è riconosciuta come una pioneer nel campo dell’archeologia per aver sviluppato nuovi metodi per lo studio di materiali per le datazioni e per l’interpretazione del record archeologico.
Prof. Gilberto Artioli, Professore Ordinario di Mineralogia dell’Università degli Studi di Padova. La sua attività di ricerca è dedicata in larga parte alla combinazione di tecniche diffrattometriche e spettroscopiche per lo studio di materiali complessi naturali e sintetici. L’applicazione di tali tecniche è rivolta a numerosi materiali industriali, sui quali sono apparsi recenti studi sull’idratazione e microstruttura dei materiali leganti e cementizi che tendono a collegare la visione del materiale dalla scala atomica a quella ingegneristica. Negli ultimi anni queste tecniche sono state fruttuosamente applicate ai beni culturali ai fini della comprensione e interpretazione di oggetti e materiali artistici e archeologici. I cristalli naturali o sintetici sono componenti essenziali dei materiali che tocchiamo, del terreno sui cui camminiamo, di molti tessuti biogenerati, delle sostanze che ingeriamo o respiriamo. La lunga storia della cristallografia, dall’osservazione delle morfologie cristalline dei minerali alle più recenti misure delle conformazioni strutturali di macromolecole e dei virus, è perfettamente parallela alla nostra comprensione della materia. Conoscere i cristalli vuol dire penetrare nell’essenza dei materiali e nell’intimo rapporto che abbiamo con l’ambiente che ci circonda. Ma i cristalli e le loro simmetrie sono anche una inesauribile fonte di ispirazione per l’arte e un continuo stimolo creativo per le attività umane, e pongono la cristallografia ben oltre la semplice misura di strutture ordinate.
BIGLIETTI:
ingresso gratuito su prenotazione fino a esaurimento posti
PREVENDITE:
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*all’ingresso verrà richiesto un contributo responsabile a sostegno del progetto (consigliato €5)
INFORMAZIONI:
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