in collaborazione con Veneto Jazz
Castello Festival chiude la programmazione del mese di luglio in Piazza Eremitani con uno dei più grandi talenti della scena musicale internazionale, il chitarrista e compositore brasiliano Yamandu Costa.
Classe 1980, ha iniziato a studiare all’età di sette anni con il padre Algacir Costa, leader del gruppo “Os Fronteiriços”, continuando successivamente gli studi con Lúcio Yanel, un virtuoso argentino trapiantato in Brasile.
Fino a quindici anni le uniche scuole musicali con le quali entra in contatto sono quella popolare del Brasile del Sud, l’Argentina e l’Uruguaiana. Dopo aver ascoltato i lavori di Radamés Gnattali, intraprende lo studio dei grandi musicisti brasiliani come Baden Powell de Aquino, Tom Jobim e Raphael Rabello. A diciassette anni si esibisce per la prima volta a San Paolo al Circuito culturale della Banca del Brasile e da allora inizia a essere indicato come predestinato a far rivivere i fasti della chitarra in Brasile, fino a essere oggi considerato come un interprete straordinario della chitarra a sette corde, capace di sorprendente virtuosismo.
Si cimenta in diversi stili e per questa sua versatilità è impossibile identificarlo con un solo genere musicale: Yamandu suona dal Choro alla musica classica, ma è anche un gaùcho (abitante della provincia del Rio Grande do Sul) pieno di milonghe, tanghi, zambas e chamané. Il mix di tutti questi stili dà origine a interpretazioni di grande originalità e rara personalità, giustificando il significato in tupi-guarani – la lingua dei nativi indiani-brasiliani – del suo bel nome Yamandu, “il precursore delle acque”.
Tra i maggiori fenomeni della musica brasiliana di tutti i tempi, Yamandu conferma e merita tutti gli elogi ricevuti nel corso delle sue numerose esibizioni: da solo sul palco è in grado di estasiare sia il grande pubblico sia platee di veri conoscitori ed esperti musicali.
Oltre ad aver ricevuto moltissimi premi, ha collaborato con orchestre sinfoniche in tutto il mondo, in Brasile e in Francia – come solista de l’Orchestre de Paris e de l’Orchestre National de France diretta da Kurt Masur – e si è esibito in tutto il mondo: oltre al Brasile e a tutta l’America Latina, ha suonato in quasi tutti i Paesi europei, in Russia, Medio Oriente, India, Cina, Giappone, Corea del Sud, Australia, Stati Uniti, Emirati Arabi. Poco prima della sua scomparsa, anche il grande Maestro spagnolo Paco de Lucía ha assistito e applaudito un emozionatissimo Yamandu durante un suo concerto in Brasile.
Funambolico e al tempo stesso emozionante, capace di raffinatezze inarrivabili, Yamandu Costa è oramai considerato uno dei massimi chitarristi viventi. Lo stesso Paco De Lucía poco prima morire si recò in Brasile ad ascoltarlo intenzionato a organizzare un progetto insieme. Tocco unico, bella ricerca delle dinamiche, Costa ha sviluppato il suo stile cimentandosi nel corso della carriera con svariati generi: bossa nova, chorinho, chamamé, milonga, tango. Originario di Passo Fundo, sud del Brasile, è solito utilizzare la chitarra sette corde sulla quale dà sfoggio del suo inimitabile talento proponendo per la maggior parte proprie composizioni.
Un grande veramente, che suscita la stessa sensazione di irraggiungibilità che abbiamo provato ascoltando i maestri della chitarra del calibro di Allan Holdsworth e Paco de Lucía.
(Luigi Viva, giornalista e critico musicale)
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